Mille anni di storia di un piccolo paese; 30 anni di
ricerche, un libro di oltre 600 pagine e 3000 note bibliografiche, molte le
immagini in bianco e nero e a colori e per la prima volta l’utilizzo di una
banca dati sugli archivi della popolazione (BDM).
Tutti i fatti principali, le liti, le guerre, i
saccheggi subìti, la scomparsa del “paese
vecchio”, Marcorengo disabitato, il “Ripopolamento”,
la nascita del “paese nuovo”, le
migrazioni, come si viveva dal Cinquecento all’Ottocento, le curiosità, i costumi
e molte notizie anche sui paesi vicini.
Mille anni di eventi: gli Aleramici, i Paleologi, i
Gonzaga, i Savoia, il Regno di Sardegna e poi d’Italia. Il luoghi di culto e
l’appartenenza a due diocesi, quella di Vercelli e poi di Casale, la parrocchia
nata con il Concilio di Trento, i parroci, i cappellani. Il comune trecentesco
e la sua organizzazione, i consoli e i sindaci, i castellani e i podestà, gli
scrivani e i segretari, i “clavari” e
gli esattori, i gabellotti del sale, i messi e i notai. La feudalità.
“Ualfredus de
Mercorengo”
uno dei più antichi “capitaneus” di
un comune piemontese, l’antichissima famiglia dei Miroglio di Marcorengo, la
Linea dei Radicati di Marcorengo esistita per 131 anni, il castello medievale
del XIII secolo distrutto nel Seicento, il militare Francesco Scaglione
insignito da Napoleone a Parigi della “Légion
d’honneur”, il “flebotomo” Carlo
Cerruti, il saltimbanco Venanzio Masino il primo a introdurre in Italia il “Globo della Morte”, il pittore
impressionista Giulio Romano Vercelli, il missionario vincenziano padre Giuseppe
Ferro e tante altre figure degne di nota.